Il resoconto del raduno di Rio Maior

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rio major foto di gruppo

 

Dal 15 al 20 dicembre presso il centro di alto rendimento di Rio Maior (Portogallo) si è svolto un camp per atleti in via di sviluppo congiunto Federazione Italiana Triathlon – British Triathlon Federation. Il raduno è stato inoltre un importante appuntamento per sviluppare il progetto “coach development” federale. Erano infatti presenti al camp i tecnici Fitri Andrea Gabba (coordinatore attività under 23) e Tommaso Dusi (Responsabile giovanile territoriale centro) supportati dalla federazione per accrescere la loro esperienza professionale.

L’esperienza in Portogallo – sottolinea Andrea Gabba- è stata molto utile e formativa. Per una volta ho abbandonato i panni del tecnico operativo e ho avuto il piacere di diventare osservatore.. La mia attenzione è stata focalizzata sulla gestione della comunicazione all’interno della squadra inglese. Per prima cosa sono rimasto colpito dalla capacità e abitudine dei tecnici di lavorare in staff e non individualmente. Il processo gestionale passa attraverso l’applicazione di schemi consolidati nel tempo e replicati sia nel lavoro quotidiano a casa sia in occasione dei camp.
Il rapporto staff atleti è caratterizzato da poche e chiare informazioni. Ogni input viene dato in diverse forme da quella scritta (la bacheca è un elemento fondamentale) a quella verbale sia nelle riunioni di gruppo sia nella scelta del programma individualizzato sia nella gestione dell’allenamento. Il tutto fa pensare che il “misunderstanding” non possa esistere, quindi gli alibi non sono ammessi!!
Altro elemento chiave che regna all’interno del team è riassunto dalla parola “indipendenza” ossia ogni atleta ha la possibilità di gestire il suo programma di allenamento basandosi sulle “proposte” (ribadisco proposte e non imposizioni) presentate dai tecnici. Questo è frutto di un importante lavoro fatto a monte nel lungo percorso di crescita di un atleta giovane. Nulla avviene per caso.
In ultimo durante il soggiorno a Rio major ho avuto modo di confrontarmi con un tecnico – amico come Sergio Santos. Con lui abbiamo approfondito e analizzato le tematiche relative alla fascia di età 19-23 anni. Grazie alla sua vasta esperienza Sergio ha presentato alcune possibilità per far crescere i ragazzi della categoria U23. I punti chiave e presenti in ogni proposta sono stati: percorso di crescita non ancora ultimato; importanza di abbinare studio ad attività sportiva, necessità di creare un ambiente dove siano presenti università strutture sportive tecnici di alto livello, atleti con capacità e vision comune. . Tutto questo supportato da un continuo dialogo con club e tecnici giovanili.”

Tommaso Dusi ci racconta la sua esperienza

“le differenze sostanziali evidenziate da Andrea sono riconducibili ad un sistema Sport gestito e organizzato in maniera differente dalla nostra grazie a scuole college e centri di preparazione centralizzati che permettono agli atleti di lavorare nel quotidiano in un ambiente volto alla preparazione senza interferenze e resistenze spesso troppo presenti nelle nostre realtà (compatibilità scuola sport, spostamenti non facili nelle grandi città, impianti non accessibili o spesso assenti ecc.), questo oltre ad un diverso approccio all'allenamento da tutte le parti comporta un maggior numero di risorse sulle quali lavorare (più atleti). A Questo proposito ritengo che il lavoro svolto a livello di metodologia nell'allenamento in Italia non sia affatto inferiore a quello proposto in altre Nazioni anzi, ma il ristretto numero di atleti al quale viene “somministrato” comporta un gap importante a livello di risultati”