Ironman 70.3 Lanzarote

Finisher pugliesi in terra spagnola
La fame di triathlon sembra non terminare neanche col termine della stagione pugliese, colti dall'entusiasmo, sospinti dalle sensazioni che da il proprio corpo in un momento favorevole di forma, stimolati dalla continua volontà di mettere alla prova le proprie capacità e di scoprire sempre meglio i propri limiti mentali, gli atleti cercano di inventare alternative in un periodo solitamente di transizione agonistica.
Già sappiamo di alcuni di noi iscritti a maratone e gare di triathlon in mezzo mondo e ben venga la notizia di tre atleti pugliesi finisher all'ironman 70.3 di Lanzarote, mitica località che i triathleti amano e temono per le caratteristiche del percorso di gara.

In certe località non è il tempo che si cerca, nè qualificazioni o podi. Ci si va per motivi che alla mente sfuggono, per soffrire, quasi per espiare qualche senso di colpa, per darsi una punizione, o solamente per capire se ci si è ormai adagiati a una vita facile dove poco va conquistato.

In ogni caso,qualche chilometro bisogna farlo anche prima della gara, rubandolo al lavoro, alla famiglia, agli amici e andando a divertirsi in bicicletta sognando le estenuanti salite delle Canarie.

Bravissimi Domenico Lippolis, Antonio Putignano e Giacomo Fusillo, della Nadir on the Road, atleti pugliesi presenti a Lanzarote, tutti e tre hanno completato la prova dimostrando grande carattere e tenacia. Di Domenico abbiamo ricevuto un resoconto dettagliato della prova che pubblichiamo volentieri, subito, prima che l'emozione del momento, continuamente ricordata dai dolori muscolari venga meno.

Domenico ricorda quanto ha sofferto mentalmente per preparare questa gara, il pochissimo tempo a disposizione per gli allenamenti ha fatto si che non raggiungesse i chilometri necessari, per cui non pochi sono stati i dubbi e le tensioni emotive prima della partenza, ma forte di un carattere deciso e di una famiglia unica, in grado di fornire grande supporto e motivazioni, è partito convinto e ha utilizzato ogni input possibile per rinforzare la sua motivazione e la sua tenacia.

Le difficoltà di Lanzarote sono ben note, la gara è una delle più dure del panorama Ironman, pendenza in bici di 1200m e vento incessante che a ogni curva sembra cambiare direzione per risultare sempre contro.

La frazione più semplice è quella di nuoto, ben protetta in una baia, è stata affrontata da tutti con la massima sicurezza, il problema è la frazione ciclistica, con 7 salite; sei salite di 5° categoria e una salita di 1° categoria (stessi parametri del Tour de France) intervallate da pianure e discese; 38% salita, 13% pianura, 49% discesa. Il tutto in un contesto spettacolare fatto di tornantini, strade strette, vista mozzafiato, sbalzi sul mare a strapiombo.

Numeri importanti da conoscere, poichè in base ad essi ogni atleta, a tavolino, prepara la tattica migliore per gestire la frazione in base a quello che vale. Durante la gara il vento è stato determinante e i risultati della cattiva gestione della gara si sono visti in molti atleti durante la frazione di corsa, infatti i problemi non sono stati solo sulle salite, diventate veri e propri muri, ma anche nelle discese dove era necessario pedalare anche con decisione per non fermarsi. Il gioco dei rapporti in bici è diventato determinante, per atleti non forti, per terminare la prova in condizioni tali da effettuare la terza frazione in maniera personalmente decente.

La perfetta organizzazione in questi casi fa buona parte del lavoro dell'atleta, che sentendosi coccolato e guidato quasi personalmente, diventa più motivato e meno influenzabile da tentazioni negative, e anche i più indecisi, continuano la gara anche allo stremo delle forze.



Dopo la transizione il fiato era ancora buono, le sensazioni dei muscoli sufficientemente buone e mentre tutt'intorno gli atleti cercavano di ricostruire le proprie unità motorie, andando a ricercare muscoli e tendini dispersi, facendo stretching e ampi atti respiratori, Domenico iniziava la corsa al suo ritmo, con gli occhi che cominciavano a brillare e la mente già rivolta al traguardo che, dopo aver messo i piedi a terra, è sembrato più vicino.

La lucidità dovuta alle buone sensazioni ha mantenuto Domenico con i piedi per terra, un occhio al cronometro per verificare il ritmo e l'altro ai rifornimenti, diventati fondamentali dopo tante ore di impegno e così, giro dopo giro il sorriso si apriva sempre più e l'adrenalina non faceva più sentire il senso di salsedine che ancora diffusa sul body da gara, sembrava stringere sempre più il corpo creando bruciori con la complicità del caldo sole. E alla fine il traguardo, le braccia alzate, la medaglia ricordo, l'abbraccio dei cari, il recupero e i racconti.

"Sono finalmente a casa, acciaccato, contento e fiero di me!".

E ora sotto con nuovi obiettivi.

DOM, Finisher Ironman Lanzarote 70.3 2012