Europei, World Triathlon Series, attività internazionale, il punto del DT Mario Miglio

"Nulla giunge per caso: l'evoluzione della carriera negli sport di resistenza passa attraverso il lavoro"

 

 
Gli ultimi due mesi, ricchi di appuntamenti agonistici internazionali importanti, hanno portato l’Italia del Triathlon in evidenza nelle prove di World Triathlon Series, di World Cup e nei Campionati Europei: proponiamo un breve ed indicativo  ‘punto della situazione’ da parte del Direttore tecnico nazionale, Mario Miglio, per guardare al prosieguo di stagione con la giusta lettura.
 
  • Maggio e giugno hanno mostrato un triathlon azzurro che è salito sul podio con risultati ‘storici’ sia a livello individuale, sia a squadre – dalla medaglia di bronzo individuale europea della Mazzetti, all’argento in coppamondo di Uccellari, all’oro della nazionale azzurra elite nella staffetta europea con Bonin, Fabian, Mazzetti, Steinwandter, dalla ‘prima volta’ di un 4° posto della Betto nella WTS a Londra, al rilancio della stessa prestigiosa posizione della Mazzetti affiancata dal  5° della Bonin e poi il 6° di Fabian, nella WTS di Chicago – sono successi agonistici con la loro storia ed ovviamente e come sempre nello sport, risultati che non giungono a caso.
 
“Sono tanti i fattori che ci hanno spinto, in fase di programmazione, ad impostare anche la stagione 2014 del triathlon olimpico,  verso due principali momenti di forma sportiva, il mese di giugno con le due importanti WTS di Londra e Chicago, la World Cup di Huatulco e, soprattutto, l’irrinunciabile obiettivo istituzionale del Campionati d’Europa e quello di fine agosto/settembre che trova il suo momento principale nella Grand Final di Edmonton. La finalizzazione dei principali obiettivi ha caratterizzato la preparazione dei nostri atleti di punta, mentre per i giovani, gli under 23, l’obiettivo rimane quello di migliorare le capacità di allenamento e di maturare significative esperienze agonistiche in competizioni sempre più qualificate. Così, come doveva essere,  la condizione di Fabian, Mazzetti, Bonin e Uccellari è progressivamente salita verso gli obiettivi prefissati con risultati che la dicono lunga sulle loro capacità prestative. Nel frattempo è necessario sottolineare i grandi progressi fatti registrare da Matthias Steinwandter e Andrea Deponti, che sono stati bravissimi nelle prime esperienze in WTS e il cui percorso di crescita passerà inevitabilmente attraverso i caratteristici “alti e bassi” tipici degli atleti in evoluzione. Per qualche altro giovane le difficoltà sono maggiori e ancora non sono visibili i grandi progressi registrati in allenamento. Peccato per Alice Betto che, dopo aver iniziato alla grande la stagione, accumulando alcuni storici risultati per il triathlon italiano, sta attraversando un momento di difficoltà che saprà sicuramente superare con l’aiuto del suo staff.
 
  • A maggio, in occasione della WTS in Giappone, è partito il percorso di qualificazione olimpica ed i primi segnali giunti dalle prestazioni azzurre negli diversi appuntamenti mostrano un’Italia ‘che conta’
 
“Quattro atleti in grado di entrare nella Top Ten in WTS, Uccellari che torna sul podio in World Cup, una staffetta che si aggiudica il titolo continentale, sono risultati importanti per i colori azzurri. Le qualità individuali di questi atleti e le possibilità di incrementare le loro capacità prestative fino ai vertici mondiali, attraverso l’impostazione metodologica di tutto il quadriennio, non possono che avvicinare tutto il nostro movimento all’obiettivo olimpico con grande speranza. La possibilità di qualificare il numero massimo di atleti consentito dal regolamento è un obiettivo difficile, ma raggiungibile. La speranza di tornare da Rio con una medaglia è legata alle capacità prestative, non di un solo atleta, ma di un gruppo sempre più qualificato e competitivo.
 
  • Oltre alle ‘punte di diamante’ elite, l’attività degli altri nazionali come prosegue?  
“Il progetto SAS, finalizzato alla crescita delle capacità di training degli atleti under 23, sta proseguendo nel migliore dei modi. Si tratta di un progetto a lungo termine, questo aspetto deve essere sempre sottolineato,  dove la continuità nell’allenamento e le esperienze agonistiche rappresentano i pilastri fondamentali per la crescita degli atleti, impegnati nel loro individuale percorso di costruzione. Fabian, Mazzetti, Bonin e Uccellari hanno saputo percorrere questa strada con pazienza e umiltà e oggi stanno raccogliendo i frutti di una programmazione pluriennale cominciata a vent’anni e proseguita attraverso momenti non sempre fortunati. La paziente costruzione delle loro capacità lascia ancora spazio ad ulteriori progressi e questo ci permette di essere molto ottimisti. Per i più giovani è necessario avere pazienza. È necessario incoraggiarli e continuare a chiedere loro il massimo impegno. L’evoluzione della carriera negli sport di resistenza passa attraverso il lavoro ed è nei momenti più difficili che i ragazzi hanno bisogno di essere incoraggiati e sostenuti, soprattutto quando la superficialità e l’incompetenza che caratterizza i commenti dei non addetti ai lavori li ferisce profondamente”.
 
  • Stupore per i risultati giunti in questo primo semestre?
 
“Questi atleti hanno attraversato momenti difficili e altri ne attraverseranno. Stiamo parlando di grandi atleti, ma soprattutto di persone eccezionali. Essi rappresentano i modelli comportamentali a cui i più giovani possono ispirarsi. Il loro esempio, quello quotidiano, in allenamento e fuori, ha una grandissima valenza educativa. A certi traguardi non si arriva per caso e per capire come si possa arrivare così in alto, è necessario indirizzare la propria attenzione a ciò che hanno fatto e che continuano a fare ogni giorno. Quindi direi, soddisfazione per i riscontri, ma non parlerei di ‘sorprese’, crediamo in loro perché consociamo il loro valore”.