Sirmione scelta da ANDIAMO: il diabete nel triathlon è possibile!


AnDIAmo - Associazione Nazionale Diabetici in Movimento - ha lo scopo di promuovere attraverso l'attività sportiva la cura del diabete e quest'anno ha scelto di lanciarsi in una nuova sfida, quella dell'approdo al triathlon.

Il Garmin TriO Sirmione li accoglierà il 29 giugno e sarà accanto a loro, per dimostrare che anche persone affette da questo genere di turbe metaboliche potranno essere sulla linea di partenza di un triathlon olimpico, a giocarsela al pari degli altri, a gareggiare divertendosi e in totale sicurezza e buon compenso metabolico.

Saranno ospiti a Sirmione i medici tra i massimi esponenti ti ed esperti della medicina sportiva ed endocrinologia in campo diabete e sport (Dott. Valentini Umberto presidente Diabete Italia, Dott. Gerardo Corigliano presidente ANIAD Nazionale, Dott. Paolo Rumi endocrinologo medico dello sport , Prof. Livio Luzi Responsabile Centro Ricerche Metabiliche ICCRSS San Donato, questi ultimi membri del comitato medico scientifico Andiamo).

Biagio Barletta, Presidente e fondatore di ANDIAMO, ha voluto con forza portare i suoi ragazzi a Sirmione: "Esordiremo come primo olimpico proprio al Garmin TriO Sirmione, dove schiereremo ben quattro atleti affetti da diabete mellito tipo 1 ovvero insulinodipendente.
Si tratta di un evento eccezionale perché sino ad ora , atleti affetti da questa patologia hanno sempre gareggiato nelle discipline singole, oppure sfruttando le formule a staffetta dove un diabetico correva, uno nuotava e un altro pedalava.

Questa volta ci metteremo in gioco molto di più e dimostreremo che il triathlon, se affrontato con la testa e il giusto supporto medico, può spalancare le braccia anche a noi. Quello che teniamo però di più a sottolineare è che lo sport è una cosa meravigliosa , irrinunciabile , che ci rende liberi e che ognuno, malato o sano che sia, dovrebbe fare il possibile per praticarlo. Non siamo eroi e non abbiamo nulla da dimostrare, vogliamo solo che la gente si appassioni a noi e comprenda aspetti della nostra patologia ancora oscuri e sui quali aleggia molta ignoranza e pregiudizio.

Desideriamo che ad ogni genitore, preoccupato per il fatto che i propri figli con diabete non potranno mai fare sport in serenità e sicurezza come gli altri, non venga mai a mancare la certezza che invece il proprio ragazzo potrà essere lì sulla linea di partenza a giocarsela alla pari con tutti".

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