SIT, Caporali: “Lavoro di squadra per la formazione”


Proseguono gli approfondimenti che la Federazione Italiana Triathlon intende realizzare analizzando, con i tecnici di riferimento, quanto fatto negli specifici settori di attività. Dopo quelli relativi al settore Medie e Lunghe distanze ed a quello del Cross Triathlon, oggi è la volta del Settore Istruzione Tecnica (SIT). A parlarne è il responsabile Cristiano Caporali.

“Il 2022 – dice Caporali – si è concluso tradizionalmente con il Convegno Tecnico Scientifico, un momento importante di aggiornamento tecnico che è giunto alla XI edizione. Quest’anno abbiamo voluto dare un taglio estremamente pratico portando la tematica dei modelli di prestazione e le metodologie di allenamento relativi alle discipline che compongono il triathlon: nuoto, ciclismo e podismo, confrontandole con i dati emersi dal lavoro del gruppo scientifico FiTri e la vision del Direttore Tecnico Julien Clonen. Si sono alternati relatori di alto profilo: Julien Clonen, Fabrizio Antonelli, Gianni Crepaldi, Fabrizio Tacchino, Mario Poletti, Matteo Torre, Luca Zenti, Michele Zanini e Mattia Toffolutti che hanno fornito una fotografia dello stato dell’arte del triathlon italiano e spunti di riflessione per i nostri tecnici”

Tracciando il bilancio dell'anno, il responsabile di settore spiega che “al SIT era stato chiesto di rinnovare il modello formativo e di essere costantemente presenti con eventi di vario tipo. Sono stati erogati 10 seminari di aggiornamento tecnico on-line per un totale di 24 ore di lezione, 7 seminari pratici per un totale di 36 ore di lezione, 4 corsi di formazione per qualifiche tecniche (2 corsi per istruttore, un corso per allenatore di primo livello ed un corso di allenatore di secondo livello) per un totale 144 ore di lezione e due corsi di specializzazione (per tecnico giovanile e tecnico per le lunghe distanze) per un totale di 60 ore di lezione. In totale il SIT ha erogato ben 264 ore di lezione. Credo di poter affermare che abbiamo raggiunto quello che era il nostro obiettivo. Ringrazio la segreteria per tutto il lavoro svolto poiché dietro ad ogni evento formativo c’è un grosso lavoro organizzativo”.

Cristiano Caporali, poi, dice che “quello che ho cercato di fare per il settore è stato di creare un team di docenti e relatori esterni coordinato, appassionato e voglioso di continuare a formarsi. Il formatore in campo sportivo, dal mio punto di vista, deve essere costantemente aggiornato su quello che viene pubblicato in letteratura scientifica, ma deve avere anche la capacità di contestualizzare i contenuti per renderli fruibili ed utili nella pratica quotidiana dei tecnici. Devo ringraziare il team di docenti che collabora, si scambia costantemente idee e suggerimenti, questo mi ha permesso di costruire dei percorsi formativi con una sequenzialità degli argomenti nelle lezioni. L’introduzione nel corso di allenatore di secondo livello di una sessione di pratica al Centro Olimpico dell’Acqua Acetosa è stato un altro risultato significativo che ci ha permesso un confronto sul campo molto importante e ci ha fatto capire che il lavoro in presenza è imprescindibile”.

L’obiettivo del Settore Istruzione Tecnica, per il 2023, “è sicuramente perseguire un continuo miglioramento, per come la vedo personalmente, l’unico modo per mantenere i risultati raggiunti è superarli. Abbiamo fatto un buon lavoro sull’impostazione teorica dei nostri corsi di formazione ma, confrontandomi con il Direttore Sportivo Simone Biava, siamo d’accordo che i nostri tecnici hanno bisogno di fare più pratica sul campo. È in previsione una revisione del corso di Istruttore, il primo livello della carriera tecnica, con la possibile introduzione di una forma di tirocinio e/o pratica sul campo. Abbiamo dei problemi di logistica rispetto ad altre federazioni come l’atletica o il nuoto che da anni hanno introdotto forme di tirocinio e tutoraggio sul campo. Purtroppo storicamente molte società di triathlon non hanno una struttura che permetta di accogliere eventuali tirocinanti e ciò renderebbe difficile per molti tecnici poter raggiungere un determinato numero di ore di attività pratica. Stiamo comunque lavorando per risolvere questo problema. Vorremmo poi introdurre altri due corsi di specializzazione, uno sulla preparazione atletica in palestra ed un altro sul paratriathlon grazie al lavoro svolto da Mario Poletti ed il suo staff”.

Secondo Cristiano Caporali, poi, “la formazione ed il lavoro dei tecnici, ad ogni livello, sono le due facce della stessa medaglia. In quest’ottica crediamo che la comunicazione tra staff tecnico nazionale e SIT sia fondamentale. Già quest’anno si è aperto un canale importante di comunicazione tra gruppo tecnico scientifico e team formativo. L’idea è quella di creare una circolarità tra i dati raccolti nell’ambito dell’alto livello e costruzione di percorsi formativi ad hoc che poi saranno divulgati a tutti i tecnici. La formazione parte dall’analisi dei bisogni per riuscire a costruire un percorso formativo che risponda alle carenze emerse, per questo motivo per il mio settore è fondamentale capire le esigenze che hanno i nostri tecnici dell’alto livello per proporre degli interventi ad hoc. È stato creato negli ultimi mesi di quest’anno un comitato tecnico scientifico guidato dalla professoressa Francesca Piacentini che ha lo scopo di tenere costantemente in comunicazione il settore tecnico dell’alto livello, la ricerca universitaria ed il SIT. Partendo da questa sinergia tra pratica sul campo, ricerca scientifica e costruzione di percorsi formativi ci aspettiamo di dare il nostro contributo”.

Ma il responsabile del Settore Istruzione Tecnica dice anche che “di progetti e idee ne abbiamo molti, avremo bisogno di ampliare la struttura del SIT per riuscire a realizzarli. Sicuramente. come già detto, il SIT si sta impegnando, attraverso la collaborazione con la ricerca universitaria e i tecnici dell’alto livello, per indagare il modello di prestazione delle varie fase di gara. Un esempio è l’analisi che stiamo conducendo sulla metodologia di riscaldamento più appropriata prima della gara. Sembra una banalità ma ci si è accorti che non c’è un modello standardizzato per il riscaldamento pre gara e che la qualità di questa fase è determinante nella transizione in T1, momento estremamente delicato nelle gare di alto livello. Stiamo cercando anche di capire come meglio introdurre le esercitazioni di forza nel nostro sport che prevede già volumi di allenamento molto elevati”.

Infine, sottolinea Caporali, “c’è un argomento che sta molto a cuore al nostro Presidente e che è la formazione dei quadri dirigenziali e amministrativi delle società sportive. La qualità dell’attività sportiva è possibile ove ci siano dirigenti capaci che mettano gli atleti nelle condizioni di poter allenarsi serenamente fornendo tutte le risorse necessarie. Questo implica costruire dei percorsi di formazione specifici che forniscano gli strumenti operativi ed il supporto necessario a tutte quelle persone che dietro le quinte permettono lo svolgimento dell’attività sportiva quotidiana”.