Dal Duathlon alla Maratona, la sfida di Fabrizio Vignali, atleta con la sclerosi multipla


Nel mondo del Triathlon/Duathlon Fabrizio Vignali è conosciuto per belle medaglie internazionali vinte negli anni passati e quest'anno la sua nuova sfida è la Maratona. Domenica, a Treviso, correrà la sua gara: "Mi manda Lambruschini e per i medici sono un miracolo: voglio arrivare al traguardo in meno di 4 ore"

La maratona è una sfida per tutti: per chi la corre guardando il cronometro e per chi vuole soltanto arrivare al traguardo.

Per Fabrizio, però, la sfida è un po' più intensa. Lui porta con sé un fardello del tutto particolare: una malattia che pare la negazione dell'impegno fisico richiesto da una maratona. Perché, quando i muscoli sembra che si attorciglino, è difficile pensare di correre per 42 chilometri.

Dal 2006, Fabrizio Vignali è ammalato di sclerosi multipla. In gioventù è stato un buon atleta ("Ho corso con Panetta e Mei, e con Lambruschini è nata un'amicizia che dura ancora oggi"). Ora, a 45 anni, le sue sfide sono altre.

"Con una siringa di interferone ogni due giorni cerco di tenere sotto controllo la malattia. Per i medici sono una specie di miracolo: l'interferone sballa i valori del sangue, non dovrebbe permettere di correre, e invece io, oltre alla maratona, riesco a mantenere l'esplosività richiesta dalle gare più brevi in pista, ad esempio gli 800 metri, una delle mie grandi passioni".

Chi s'immagina un atleta che arranca per 42 chilometri, è fuori strada. A Treviso, domenica 27 marzo, Vignali - spirito pronto e risata contagiosa da buon toscano - correrà la sua terza maratona. Nelle precedenti due, Venezia e Reggio Emilia 2010, è giunto al traguardo con un tempo oscillante fra le 3 ore 45' e le 4 ore. A Treviso potrebbe fare ancora meglio.

"Quando si parla di crisi del maratoneta, per un malato di sclerosi multipla si tratta di crisi nera. So di valere un tempo inferiore a quelli che ho realizzato nelle due precedenti maratone, ma so anche che, appena la fatica si farà sentire, potrei trovarmi disteso a terra senza neppure accorgermene. E' successo a Venezia, e addio tempo".

Perché Treviso Marathon? "Mi è stata consigliata da Lambruschini, che mi fa anche i programmi d'allenamento. Io non corro soltanto, pedalo anche: la maratona sarà una tappa di avvicinamento alle gare di duathlon, dove sono campione europeo e mondiale nella mia categoria. Sogno la Paralimpiade di Londra e quella di Rio". Chiamalo malato.

(comunicato Ufficio Stampa Treviso Marathlon, Mauro Ferraro)