Squadra Nazionale di Triathlon: il bilancio della stagione 2020 di Joel Filliol

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La stagione 2020, fortemente condizionata dalla pandemia di Covid-19 che, come ben noto, ha portato al rinvio di un anno dell’evento più importante del quadriennio, ha regalato comunque diverse soddisfazioni internazionali alla Squadra Nazionale di Triathlon. Con Joel Filliol, Olympic Performance Director in scadenza di contratto con FITRI, ripercorriamo quest’ultima stagione agonistica appena conclusa.

 

Come hanno affrontato questa stagione gli Azzurri?
"Per coloro che sono stati in grado di concentrarsi ed affrontare al meglio le competizioni, ci sono stati alcuni momenti decisamente interessanti, in particolare mi riferisco alle prestazioni di Verena Steinhauser nelle principali gare internazionali culminate con il podio nella Coppa del Mondo di casa ad Arzachena, un risultato davvero importante. Inoltre abbiamo assistito ad ottime prestazioni della campionessa mondiale junior Beatrice Mallozzi e il ritorno ad alto livello per la medagliata ai Mondiali Under 23 Angelica Olmo. Da sottolineare anche le consistenti prestazioni di Gianluca Pozzatti, compresa l'ultima gara stagionale a Valencia".

Che cosa è successo, invece, ad altri atleti?
"É necessario premettere che gli atleti hanno lavorato in gruppi, contesti e con approcci differenti in questi mesi particolari. Per chi ha gareggiato, la chiave era ricollegarsi al proprio processo di preparazione per dare continuità fino al 2021 e verso Tokyo, anche se in alcuni casi le performance non sono state quelle desiderate. Per altri atleti, questo periodo ha rappresentato un'opportunità per ricaricarsi per il 2021 e portare nuova energia al processo di costruzione verso i Giochi Olimpici".

Abbiamo assistito ad una stagione compressa in poche settimane: cosa è cambiato nell'allenamento e nell'approccio alla competizione?
"La stagione 2020 è stata caratterizzata dall'incertezza. A differenza di una consueta annata agonistica, il 2020 ha richiesto agli atleti e agli allenatori di aspettare alcuni mesi per sapere quali gare potevano affrontare: quel periodo di attesa è stato impegnativo per molti, sia fisicamente, sia psicologicamente. Con il senno di poi, alcuni avrebbero potuto adottare un approccio diverso durante il periodo di attesa, ma ovviamente tutti hanno agito basandosi sulle informazioni disponibili in quel momento. Per questi motivi, la preparazione di molti atleti è stata molto diversa rispetto ad un normale approccio e la stagione agonistica vera e propria è stata molto breve e compatta, con 4 gare internazionali di vertice disputate da settembre a inizio novembre. Determinante è stata la preparazione effettuata sino alla prima gara che ha poi condizionato le prestazioni successive, non essendoci abbastanza tempo per un nuovo blocco di allenamento. Per alcuni atleti questo è stato sufficiente e sono riusciti a raggiungere un buon livello di prestazione, mentre altri avrebbero beneficiato di una stagione agonistica più lunga per costruire la propria condizione nel tempo".

Che cosa ha comportato il rinvio dei Giochi Olimpici?
"La reazione al rinvio è stata diversa per tutti, dagli atleti, agli allenatori, agli altri stakeholder. Per alcuni, l'anno in più è stata una grande opportunità per riflettere e ricaricarsi per il futuro, per altri ha rappresentato una nuova opportunità da cogliere per avere mesi in più per migliorare prima di riprendere le competizioni nel 2021. Senza dubbio, è stato un anno unico che potrebbe evidenziare il vero valore dello sport, un anno che ciascuno potrebbe sfruttare per trovare la strada migliore per il futuro".

Quanto e in che ambito sono cresciuti la Squadra Nazionale e il triathlon italiano negli ultimi 4 anni?
"La Nazionale e il Programma Olimpico hanno compiuto i primi importanti passi per creare le condizioni necessarie per consentire a tutti i soggetti coinvolti di esprimere il massimo potenziale. Il processo di cambiamento non è mai facile, soprattutto quando si aumentano gli standard e le aspettative di performance: alcuni trovano grande giovamento da questa situazione, compiendo passi da gigante, altri rischiano di essere esclusi, ma questo è un aspetto naturale quando di parla di alto livello. Abbiamo supportato questi cambiamenti non solo aumentando gli standard di prestazione, ma dando agli atleti e agli allenatori il giusto spazio per crescere e assumersi la responsabilità. Inoltre, abbiamo investito sul nuovo staff e sul supporto sanitario oltre ad aver stabilito un modello di lavoro che fornisce supporto basandosi sulle prestazioni oggettive raggiunte e investendo anche sul futuro degli ambienti di lavoro quotidiani nei quali verranno sviluppate prestazioni future".

Quali sono stati i principali obiettivi raggiunti in questo periodo?
"L'obiettivo di uscire dalla zona di comfort sviluppando la prospettiva internazionale è stato abbracciato da molti e lo abbiamo potuto vedere nelle prestazioni espresse sia dagli junior sia dagli élite. Ricordiamo alcuni momenti salienti tra cui medaglie ai Campionati del Mondo Junior e Under 23, i successi in World Cup sia in campo maschile sia in ambito femminile, il primo podio italiano in World Series e un fantastico finale della stagione 2019 con il podio dell'Olympic Test Event, il brillante 4° posto per la Mixed Relay Tokyo e una entusiasmante Grand Final a Losanna. Voglio sottolineare che, attualmente, l’Italia è una delle pochissime nazioni che può vantare tre carte olimpiche al femminile: come noi, Usa e Gran Bretagna, un risultato davvero notevole che nel 2017 non avremmo ritenuto possibile".

Come avverrà il passaggio di consegne con Alessandro Bottoni?
"Per quanto mi riguarda, a livello personale, era venuto il tempo di apportare un cambiamento alla fine di questo ciclo di 4 anni. Aggiungo che sono pienamente convinto che Alessandro Bottoni possieda tutte le qualità per continuare il progetto che abbiamo iniziato insieme verso Tokyo 2020 e oltre: in questi anni, ho condiviso con Alessandro il processo e la filosofia ad ogni passo e so che troverà le migliori soluzioni per supportare gli atleti verso ottime prestazioni e grandi traguardi. Il presidente Bianchi ha avuto il coraggio di avviare un cambiamento così significativo, con un nuovo approccio per la squadra italiana che ha portato a concreti e significativi passi in avanti: visto che Alessandro ha condiviso il progetto avviato, penso che sia fondamentale andare avanti sotto la sua guida e con il supporto di tutto lo staff coinvolto per consolidare le basi per il futuro del triathlon italiano. In questa occasione, essendo arrivato alla conclusione del rapporto con la Federazione Italiana Triathlon, sento di dover ringraziare ancora una volta il Presidente Luigi Bianchi, il Segretario Generale Ivan Braido e l’ufficio Area Tecnica con Gabriella Lorenzi per l’encomiabile supporto ricevuto nel corso di questi quattro anni. Auguro a tutti grandi successi per il futuro".