Paratriathlon: il bilancio della stagione 2020 del DT Mattia Cambi

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Al termine di una stagione internazionale stravolta dalla pandemia di Covid-19, Mattia Cambi, Direttore Tecnico del Paratriathlon, traccia un bilancio di un’annata che ha offerto comunque interessanti spunti di crescita e ha evidenziato un concreto consolidamento del movimento nazionale.

 

Com’è stata affrontata la stagione rivoluzionata a causa del Coronavirus?
“Ricordo benissimo il 29 febbraio: eravamo a Devonport, in Australia, e dopo la gara del mattino avremmo dovuto spostarci ad Abu Dhabi: appena saputo dell’annullamento siamo rientrati molto velocemente in Italia e pochi giorni dopo è iniziato il lockdown: in quelle giornate era difficile immaginare lo scenario dei mesi successivi, ma abbiamo provato immediatamente a riorganizzarci, anche poco dopo è arrivata anche la notizia del rinvio dei Giochi. In ogni caso, abbiamo immediatamente reagito: non si possono subire queste situazioni e, sfruttando gli strumenti digitali per restare uniti, abbiamo continuato il confronto tra lo staff inseguendo le situazioni in continua evoluzione”. 

 Quali sono state le risposte del team in questa fase di emergenza?
“Ognuno ha vissuto questo momento in maniera diversa, ma il gruppo ha risposto bene esprimendo voglia di ripartire il prima possibile senza perdere di vista il grande obiettivo. Il grosso del lavoro è stato orientato sul mantenimento delle motivazioni, impostando nuovi obiettivi, molto diversi da quelli che avremmo avuto nel mirino in una stagione ordinaria, ma sempre senza perdere la voglia di mettersi in gioco e sperimentando anche nuove metodologie”.

Come sono stati affrontati gli allenamenti con i nuovi protocolli di sicurezza?
“Sono state apportate modifiche sostanziali nella logistica dei raduni: eravamo abituati a vivere in gruppo, condividendo molti momenti di aggregazione. Sono proprio quelli i frangenti che rafforzano l’ambiente, stimolano il confronto e il supporto reciproco. Ammetto che questi aspetti ci sono mancati. Rispettando meticolosamente i protocolli di sicurezza, abbiamo optato per raduni più brevi rispetto al solito, ma questo compromesso è stato fondamentale per ritrovare le abitudini e la concentrazione tipiche del training camp”.

Nonostante tutto, non sono mancati alcuni interessanti risultati: come si sono comportati gli Azzurri nei pochi appuntamenti del circuito internazionale?
“In Australia abbiamo centrato un grande risultato con Anna Barbaro guidata da Charlotte Bonin, le quali hanno praticamente centrato la qualifica; abbiamo poi affrontato un unico evento in Portogallo senza ranking in cui Rita Cuccuru ha colto un importante secondo posto, dimostrando una bella crescita in questa stagione, segnale che il lavoro svolto e la mentalità stanno viaggiando nella giusta direzione. I big delle categorie non hanno partecipato agli eventi e quindi siamo molto curiosi di riprendere per confrontarci sul campo con il lotto completo dei concorrenti, aspetto che ci manca dagli Europei di Valencia 2019”.

In ambito nazionale, come ha reagito il Paratriathlon alla pandemia?
“Direi alla grande: tutti gli atleti hanno sempre reagito alle difficolta, avevano una grande voglia di gareggiare e tornare a confrontarsi con gli altri. Le nostre gare sono sempre state no-draft e con partenze scaglionate tra le categorie, quindi non abbiamo dovuto stravolgere il format. La Italian Paratriathlon Series è stata combattuta e agguerrita, in senso positivo ovviamente: gli atleti hanno partecipato divertendosi e battagliando ad ogni evento, le Società hanno risposto bene alla rimodulazione del calendario e ho notato spirito di collaborazione e tanta voglia di continuare a sviluppare l’attività. Ho visto diversi atleti nuovi, che hanno esordito in un anno così difficile: questa è una grande soddisfazione per noi. Il movimento ha dato segnali forti, gli Organizzatori ci hanno permesso di gareggiare nonostante a livello internazionale i calendari fossero letteralmente saltati e abbiamo sempre sentito la presenza degli uffici federali che ci hanno supportato egregiamente anche in una stagione complicata. Sono sicuro che quest’onda positiva continui nel 2021”.

Come sarà impostata la prossima stagione che culminerà con i Giochi Paralimpici di Tokyo?
“Ricalcherà in gran parte il piano previsto per il 2020, anche se il calendario gare è veramente compresso: avremo 7 prove importanti in meno di 2 mesi, a partire dal Campionato del Mondo di Paratriathlon che si disputerà l’8 maggio all’Idroscalo di Milano. Ci sarà la necessità di trascorrere lunghi periodi in training camp per preparare al meglio questi due mesi: per chi ha già un pezzo di qualifica in tasca ci sarà una programmazione differente rispetto a coloro che dovranno giocarsi tutte le proprie carte in queste gare. I Giochi Paralimpici sono l’evento più importante, ma non si ferma tutto a Tokyo: dobbiamo guardare al futuro e sarà importante inserire qualche nuovo atleta nel ranking internazionale dove sarà possibile”.