Le nostre nazionali giovanili in raduno con la Gran Bretagna a Baratti.

Lavoro intenso, 5 giorni di 'full immersion' a tutto triathlon, il resoconto tecnico del raduno e qualche domanda al DT Giovani della Gran Bretagna Rick Velati. Ce ne parla Alessandro Bottoni

 

 
Si è svolto dal 17 al 21 aprile a Baratti un raduno che ha coinvolto 22 atleti delle categorie Junior e Youth.  Nel dettaglio sono stati selezionati 9 atleti junior (4 uomini e 5 donne) e 13 atleti Youth (7 uomini e 6 donne). Al raduno ha partecipato anche una rappresentativa della Gran Bretagna con 6 atleti, tra cui le 4 donne selezionate in funzione dei YOG, accompagnati dal Direttore Tecnico Giovanile Rick Velati e da un tecnico.
 

  • Iniziativa nuova ed importante per i nostri giovani: uno scambio di esperienze e confronto sia per gli atleti che per i tecnici, quella che ha visto coinvolti i nostri giovani atleti e quelli della rappresentativa della Gran Bretagna?

 
 
A rispondere il DT Giovani Alessandro Bottoni:
 
“Il coinvolgimento della rappresentativa Britannica rientra in un programma progettato nel 2013 nel corso degli incontri sui campi gara internazionali.  Il programma svolto era finalizzato ai seguenti obiettivi:

  • realizzare 5 giorni di carico impegnativo per portare gli atleti ad acquisire maggiore confidenza e sicurezza con carichi a densità più elevate di quelle abituali e quindi maggiore consapevolezza sulle proprie capacità di allenamento;
  • sviluppare e approfondire competenze nella organizzazione autonoma delle attività per il recupero, l’alimentazione e l’idratazione;
  • richiamare le esercitazioni di base per la forza generale, per la tecnica di corsa e per il gli aspetti tecnici specifici del nuoto;
  • realizzare sessioni di ciclismo con volume più elevato di quello abituale;
  • proporre e svolgere le progressioni didattiche di base per le esercitazioni di forza, derivate da quelle della pesistica (tirate, stacco, girate al petto e slancio), evidenziando quelle che gli atleti dovranno essere in grado di utilizzare negli anni futuri e prima dell’ingresso nella categoria under 23;
  • realizzare un confronto produttivo con la realtà britannica e in particolare con il loro modo di affrontare i training camp e con il loro approccio agli allenamenti più impegnativi, in relazione al programma svolto e agli obiettivi citati.

 
5 giorni intensi ed impegnativi – spiega Bottoni - più di quanto gli atleti sono abituati a fare nelle sedi usuali di allenamento e gli atleti hanno svolto con motivazione e determinazione gli allenamenti proposti, acquisendo tutti maggiore confidenza e sicurezza con il lavoro quotidiano e con la percezione dell’affaticamento. Soprattutto per la categoria Youth è infatti fondamentale, in questo periodo della crescita a lungo termine, l’acquisizione di competenze e capacità di allenamento.
 

  • Particolarmente redditizio è stato il rapporto con la rappresentativa britannica?

 
“Il programma proposto è stato accettato dal DTG inglese e svolto pienamente dai 6 atleti presenti, comprese le attività complementari, i briefing e le sessioni di mobilità e preparazione fisica. Gli atleti italiani e inglesi si sono integrati tra loro in un confronto continuo nel corso degli allenamenti e delle attività di raduno. In ogni momento disponibile,  rinunciando anche alle ore di sonno notturne, sono stati realizzati workshop e tavoli di lavoro monotematici con i tecnici inglesi, affrontando sia gli aspetti metodologici e applicativi dell’allenamento giovanile, che quelli gestionali e organizzativi dell’attività federale sui progetti relativi al talento, all’attività giovanile nazionale e alle squadre nazionali.
Sia dai tavoli di discussione che dal confronto diretto tra gli atleti è emerso ancora una volta e nettamente, sia la migliore qualità di base dei giovani inglesi che hanno accesso ai programmi federali, sia la consistenza del loro intervento mediante i numerosi training camp. Per cui da programmazioni metodologiche di allenamento anche semplici ma applicati ad elementi selezionati di grande qualità derivano risultati in linea con i migliori standard mondiali. Questo mette in risalto ancora una volta la nostra esigenza di incremento di numeri e soprattutto di qualità media dei giovani coinvolti in attività di triathlon programmate e strutturate, sia a livello locale che nazionale. Passaggio possibile solo con l’incremento delle Società capaci di proporre e svolgere attività giovanile qualificata e strutturata e quindi di dirigenti sociali competenti e motivati in grado di organizzarla.
Mentre noi abbiamo raccolto preziose informazioni sui loro processi organizzativi e di sostegno dell’attività rivolta ai giovani, loro si sono mostrati interessati e colpiti dalla compattezza e motivazione dello staff, dalle competenze tecniche e metodologiche individuali e dal “modo italiano” di lavorare per trovare soluzioni e risultati con le poche risorse disponibili.
Entrambe le parti coinvolte hanno quindi tratto beneficio da questo confronto, tanto che è già programmata una serie di appuntamenti successivi, prima in Gran Bretagna e poi ancora in Italia in occasione dei Convegno Nazionale di fine stagione.
Occasione ‘ghiotta’ la presenza del DT Giovani britannico per rivolgergli un giudizio sulle giornate di lavoro e l’impressione ricevuta: Rick Velati, è il responsabile del Progetto Talento per il British Triathlon e Direttore Tecnico della British Triathlon Federation; con lui, come detto, sono arrivati a Barbatti le 4 ragazze youth - Sophie Alden, Philippa Chambers, Elisabeth Hood, Olivia Mathi -  un ragazzo junior - Miles Burton - e uno youth  - Hayden Burton.
Il suo giudizio ‘flash’ è stato molto indicativo:
“Per quello che ho potuto vedere qui gli atleti da un punto di vista tecnico sono ben preparati fisicamente, anche se in questo momento non sono performanti ai massimi livelli, anche se credo che siano sulla strada giusta per esserlo nei prossimi anni.
Vedo che tutti si impegnano al massimo, sia gli atleti che i tecnici.
Ho trovato molto interessante il lavoro portato avanti dai tecnici federali e ho apprezzato particolarmente il mix che c’è tra aspetti tecnici metodologici e sintonia tra i membri dello staff, che sembra molto unito.
Ho avuto l’impressione che qui da voi ci sia un grande lavoro di squadra che inizia nelle società di appartenenza degli atleti e continua con il lavoro del team federale. Questa è una differenza notevole che trovo tra il nostro e il vostro sistema”.
 
Tutti i convocati al raduno