L'impresa di Luca Parmitano: la sfida Triathlon dell'astronauta italiano Ambasciatore d'Europa


Luca Parmitano e l'azzurro PRO Daniel Fontana
 


Un uomo speciale Luca Parmitano, abbiamo avuto modo di conoscerlo in questo mesi che lo hanno visto Ambasciatore, lui, unico astronauta italiano che ha effettuato spedizioni con 'passeggiate'.
Un uomo speciale, che ogni giorno arricchisce la sua vita già tanto 'movimentata' di nuove esperienze e sfide, un uomo in cui i valori di pace, solidarietà, europeismo e voglia di essere 'cittadino del mondo', di una Terra che dallo spazio è priva di confini, una Terra per tutti - come racconta nelle interviste - sarà protagonista a Kona, per misurarsi nel leggendario Triathlon della lunga distanza per eccellenza, nel mondiale delle Hawaii.
Una avventura "collettiva" gareggerà, infatti, con i loghi dell'ESA, dell'ASI, dell'AM e della presidenza Italiana del Semestre.
Lo abbiamo letto in questo periodo, da giornali, siti, agenzie e comunicati, Luca Parmitano è alla sua prima esperienza in questa distanza,  la preparazione che ha costruito e seguito quotidianamente, nonostante i continui impegni istituzionali e professionali, è stata verificata con l'aiuto e la sinergia della FITRI grazie ai rapporti istituzionali con l'Aeronautica Militare – che ha supportato Luca in tutto il suo percorso, prima come formazione militare e oggi a che in quella sportiva -  Consiglio dei Ministri per il semestre europeo, ESA-ASI che si sono attivati dallo scorso mese di aprile.

Luca Parmitano, ha avuto infatti il supporto del tecnico azzurro FITRI  Sergio Contin, che ha puntualmente verificato la sua programmazione  suggerendogli alcune 'messe a punto’, così come la Federazione ha fatto personalizzare l'abbigliamento tecnico per la partecipazione alla Gara.
Approfittiamo per  rivolgere qualche domanda allo sportivo, ma innanzitutto uomo che tanto lustro ha regalato e sta regalando al nostro Paese:

- Quanti mesi di preparazione a questo appuntamento, quando è iniziata la tua programmazione all'evento?

"É da circa 6 mesi che mi alleno con in mente una gara di triathlon. In realtà ho cominciato ad allenarmi prima ancora di sapere che sarei stato invitato al campionato mondiale, perchè la mia intenzione, inizialmente, era di partecipare alla gara in Arizona. Infatti tutto è iniziato da lì: mentre ero in orbita, ho cercato di pensare a una disciplina che rappresentasse una vera sfida e ho chiesto a un amico (John Mayfield, che è anche un triatleta/allenatore) di aiutarmi nell'iscrizione - che si fa via internet e che quindi mi era molto difficile realizzare dalla Stazione Spaziale Internazionale. Una volta rientrato sulla Terra, parlai al mio amico e collega Chris del mio progetto, che lo entusiasmò al punto che anche lui chiese di poter partecipare. Quando IWC, che organizza le gare Ironman, ha sentito la nostra storia, nacque la decisione di invitarci alla finale di Kona".

Quali sono gli aspetti tecnici più ostici per te? Cosa temi di più per la tua gara: il caldo? Quale frazione? La possibilità di non arrivare a concludere la gara?

"Sicuramente la frazione più difficile per me è anche la più lunga, cioè quella in bicicletta. Ci sono varie ragioni: innanzitutto, fino a poco tempo fa non avevo mai utilizzato una bicicletta da triathlon! Io ho scelto una bicicletta italiana, perchè l'Italia è da sempre all'avanguardia nella realizzazione di biciclette a elevate prestazioni, e mi piace dare supporto a una industria dalle radici storiche profonde. Però questo significa che ho avuto poco tempo per adattare il mio corpo a questo strumento. Mentre nel nuoto e nella corsa non c'è un lavoro di adattamento del corpo: questo è lo strumento in sè, e bisogna solo imparare a spingere i propri limiti".


- La sfida di concludere la gara: sei certo di arrivare al traguardo?


"La possibilità di non riuscire non solo esiste, è estremamente reale. Non avrei scelto questa gara se non pensassi che esiste la possibilità di non essere in grado di finirla. La "sfida" consiste in questo: fare qualcosa non perchè si è certi di esserne in grado, ma proprio perchè non lo si è!"

- Che idea ti sei fatto, attraverso la conoscenza di Sergio Contin, del triathlon olimpico?

"Durante questi mesi ho partecipato ad alcune gare su distanza olimpica. I nostri campioni olimpici sono atleti straordinari, e mi piacerebbe che questa entusiasmante disciplina fosse più visibile al grande pubblico. La FITRI mi ha aiutato moltissimo, con i materiali da allenamento e da gara, e facendomi conoscere Sergio. Il quale mi ha dato una "spinta" fortissima, soprattutto negli allenamenti in bicicletta: spero di poter fare il migliore uso possibile della sua esperienza e dei suoi consigli. Sarà un'avventura resa possibile oltre che dal mio costante allenamento anche dal supporto della Federazione italiana Triathlon (Fitri) e dal Gruppo Sportivo dell'Aeronautica Militare." 

 

"Siamo orgogliosi di aver potuto supportare Luca Parmitano in questa esperienza in modo concreto, felici di corrispondere alle richieste ed aspettative di un  grande personaggio e dei suoi riferimenti istituzionali  Aeronautica Militare, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ESA ed ASI" - commenta il presidente FITRI, Luigi Bianchi.

Sabato 4 ottobre Luca Parmitano è partito alla volta di Kona, per porre anche il suo personale sigillo sull'edizione 2014, che si disputera' l'11 ottobre prossimo, mondiale che vedra' al via anche personaggi dello spessore dell'inarrestabile ed incredibile Alex Zanardi ed ex campioni di triathlon olimpico, che si sono dedicati in questi ultimi anni alle lunghe distanze, come Ivan Rana e Jan Frodeno.

Tra tutti i PRO in gara, sguardi puntati ovviamente sull'impresa  del portacolori della DDS, Daniel Fontana!  



Fonte © ESA/NASA


 
Il comunicato ANSA Sport:
ANSA/ Sport: Ironman di Kona, nuova 'missione' di Luca Parmitano Astronauta e ambasciatore Semestre Ue nella gara più massacrante 
(ANSA) - ROMA, 6 OTT - La prossima impresa di Luca Parmitano non sarà nello spazio ma alle Hawaii, dove i milioni di miglia percorsi con una navicella potrebbero paradossalmente diventare poca roba per il 38enne astronauta dell'Esa e pilota dell'Aeronautica, nonché Ambasciatore del Semestre di Presidenza italiana dell'Ue, che dall'11 ottobre si cimenterà nella più dura competizione agonistica del mondo: l'Ironman di Kona, la massacrante gara di triathlon che si svolge alle Hawaii e che coniuga resistenza, forza, vigore, abilità, tenuta fisica.
Assieme al suo collega di Missione Chris Cassidy, astronauta Nasa, ad oltre 1.900 atleti professionisti e 100 scelti tramite una lotteria, Parmitano gareggerà nella più prestigiosa (e dura) competizione al mondo, affrontando - nell'arco di una sola giornata - l'impegnativa distanza complessiva di 140,6 miglia in 3 diverse discipline: 2,4 miglia a nuoto (la Waikiki Roughwater Swim), 115 miglia in bicicletta (l'Around-Oahu Bike Race) e la maratona di Honolulu. Parmitano si è appassionato al triathlon nel 2012 mentre si preparava alla Missione "Volare" che lo ha tenuto nello spazio per 166 giorni, accettando di partecipare ad una gara locale spinto da un suo amico atleta ed allenatore.
Oggi, ad 11 mesi dal suo ritorno sulla terra e dopo il periodo di riabilitazione post-volo, parte per questa nuova missione forte dell'allenamento quotidiano che lo ha portato fuori dalla sua "confort zone". Affronterà quindi le tante miglia a nuoto, in bicicletta e di corsa con lo spirito di chi, come pilota militare ed astronauta, si è addestrato sempre duramente, in maniera disciplinata per raggiungere l'obiettivo. Un'avventura resa possibile oltre che dal costante allenamento anche dal supporto della Federazione italiana Triathlon (Fitri) e dal Gruppo Sportivo dell'Aeronautica Militare. E a testimoniare il fatto che questo questa è una avventura "collettiva" gareggerà con i loghi dell'ESA, dell'ASI, dell'AM e della presidenza Italiana del Semestre.
"Nonostante l'allenamento al quale mi sono sottoposto negli ultimi mesi, non ho mai affrontato una distanza Ironman - spiega Parmitano - e non dimentico che solo 11 mesi fa ero in riabilitazione post-volo: questo progetto mi ha spinto ad addestrarmi con costanza. Ci sono molti aspetti che accomunano un pilota militare o un astronauta ad un atleta: la disciplina dell'addestramento, l'esecuzione di un piano. Diventare pilota militare è stata la sfida lavorativa più difficile della mia carriera - conclude il pilota - e la mia assoluta passione per la vita. L'obiettivo è uscire ancora una volta dalla mia 'comfort zone' e mettermi in gioco". (ANSA). VG 06-OTT-14 16:05 NNNN