Talenti 2020, tre giorni di full immersion

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Pubblichiamo l’intervista realizzata dl giornalista Paolo Trentini al gruppo del Progetto Talenti 2020.

Tre giorni di full immersion in Trentino per allenarsi insieme e sviluppare le proprie potenzialità. Dieci giovani promesse del triathlon nazionale (Carlotta Bonacina, Fabiola D'Antino, Erica Mazzer, Giulia Repetto, Marta Merlo, Francesca Crestani, Leonie Meraner, Carlotta Missaglia, Irene Chiodo e Laura Marcon) -  nei giorni scorsi si sono ritrovate ad Ala, città del basso Trentino per un collegiale unico nel suo genere.  Il raduno rientra infatti nel progetto "Talenti 2020" sviluppato dal Coni ed è molto importante sia per le atlete, che possono trascorrere tre giorni dedicandosi esclusivamente alla disciplina e svolgono la loro prima esperienza in assoluto se si parla di nazionale. Nel triathlon ancora una nazionale giovanile sotto i sedici anni non c’è e allora ecco che questa è l’occasione per annusare un po’ l’aria del professionismo e dei raduni che, si spera, tutte faranno tra qualche anno con la nazionale maggiore.  Per loro una seduta di nuoto e corsa il venerdì, doppia seduta al mattino e al sabato (nuoto e ciclismo la mattina, nuoto e corsa il pomeriggio), tutte e tre le discipline il sabato mattina. Nelle serate appuntamento col nutrizionista e con la psicologa per non lasciare nulla al caso e aiutarle a sviluppare il loro talento a 360 gradi.  In questo modo i tecnici Max Di Luca e Genevieve Church possono avere sott'occhio le giovani speranze e lavorare assieme impostando un lavoro personalizzato, valutare lo stato di forma e conoscerne meglio pregi e difetti.

-           Di Luca ci spiega il significato di questi tre giorni?

Innanzitutto si tratta di passare un periodo tutti insieme tra posti e impianti stupendi, dove si trova grande professionalità. A livello tecnico questi raduni sono molto proficui in quanto si lavora tutti insieme, le ragazze possono pedalare in gruppo, cosa che non succede nelle società di appartenenza in quanto solitamente si aggregano ai ragazzi visti in numeri non proprio enormi.

Il programma è molto strutturato.

Le ragazze lavorano coi rispettivi tecnici durante l’anno, io e Genevieve decidiamo come impostare questi tre giorni sulla base del lavoro svolto in precedenza, nel prossimo raduno proseguiremo dopo quanto avremo visto cercando di migliorare e intervenire dove più serve in modo che queste ragazze possano salire ulteriormente di livello.

-          Su quale disciplina si lavora di più?

Delle tre solitamente è il ciclismo quella che necessita di più attenzione. Il nuoto è insegnato bene e sono a un discreto livello, addirittura alcune di queste ragazze sono a livelli nazionali per quanto riguarda la parte della corsa. Quando però salgono in sella, spesso qualcosa manca. E’ una disciplina molto tecnica che purtroppo ogni tanto viene trascurata e sulla quale noi dello staff lavoriamo in particolar modo. Il triathlon prevede una fase molto importante di ciclismo e per questo è importante saper maneggiare al meglio la propria bicicletta e abituarsi a pedalare in un gruppo affollato come poi succede nelle gare.  Per migliorare nei mesi invernali quasi tutte loro svolgono dei periodo in mountain bike, disciplina importantissima e propedeutica anche al ciclismo.

-          Cosa manca ancora al triathlon italiano a livello giovanile?

Sostanzialmente manca un grande numero di tesserati. I numeri non sono ancora grandi e non ci sono settori giovanili strutturati dove i ragazzi più dotati possano crescere e si possano sviluppare eccellenze in futuro. La speranza è proprio che questi raduni possano da una parte permettere alle atlete di prendere maggior consapevolezza dei propri mezzi, dall’altra far conoscere a più persone possibile questa disciplina e invogliare qualche società a puntare anche sul triathlon.

-          A livello tecnico, invece?

A livello tecnico stiamo facendo molti passi in avanti, stiamo crescendo costantemente. Purtroppo ci si scontra spesso con uno sport lasciato a se stesso dalle istituzioni e trascurato anche a scuola, dove le ore dedicate all’attività motoria sono sempre meno. Cerchiamo di impegnarci e fare il meglio possibile con il materiale a disposizione.

(Paolo Trentini)

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