Le Marche del Triathlon: Triathlon Ironman Pesaro

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Con oggi , iniziamo un viaggio nella nostra regione, che, come Comitato, scriveremo con cadenza settimanale, dedicato alle società del nostro territorio.



Nel 1978 a Ouahi, Hawaii, 15 persone si sono sfidati a nuoto, in bici e a corsa. I percorsi ricalcavano i percorsi di 3 grandi eventi che si svolgevano nell'isola: una gara di fondo in mare, il giro dell'isola in bici per 180km, e la Maratona.
All'arrivo arrivarono in 12, tra cui John collins (FONDATORE DELL'IRONMAN), che arrivò settimo.


Così inizia la mia visita a Pesaro, in casa di Luciano Furlani, presidente della società Triathlon Ironman Pesaro. Perché partiamo proprio da qui? La risposta è semplice, e articolata: È la prima società della regione, una delle primissime a livello nazionale, e la storia di Furlani atleta da sola merita un libro.


Luciano Furlani non ama i formalismi, ci diamo subito del Tu, dice lui “tra atleti non possiamo darci del Lei".
Viene spontaneo rivolgersi titubanti con Luciano, perché quello che ti racconta è a metà strada tra storia e favola.


Luciano è sempre stato un grand sportivo, sin da piccolo; abitando a Pesaro gioca sia a Pallacanestro che a Pallavolo, due sport che in questa città hanno una forte tradizione,. Poi si dedica al podismo, limando minuti su minuti sulle maratone. 3 ore e 8, poi 2 ore e 53, poi 2 ore e 51.
Va già in bici, e nuota. Con diversi amici, da sfogo alla sua passione con diverse imprese: Roma – Pesaro di corsa a staffetta, Livorno – Pesaro sempre di corsa. In bici la staffetta parte da Lugano, e da Trieste qualche anno dopo.
Ottobre 1982, leggendo il Corriere della Sera, Luciano trova un trafiletto minuscolo dedicato al Triathlon alle Hawaii, che quell'anno incorona Dave Scott. Ed ecco l'idea : nel 1983 con il nome di MetauroMobili Triathlon, Luciano e 5 amici mettono insieme nuoto, bici e corsa in un lungo attraversamento della penisola, da Pesaro al Nord Ovest, passando per Lago di Garda per tornare poi a Pesaro. Si parte col ciclismo, 3 giorni toccando città come Firenze e Parma, poi raggiunto il lago di Garda si nuota per attraversamento del Lago. Si riparte a piedi per 40km e si arriva in bici a Ravenna. Da qui via mare a nuoto per tornare a Pesaro.
Ti fermi a pensare, sentendo i racconti di Luciano e sfogliando le tante foto, che c'è follia e passione in tutto questo.


Ed è con questo viaggio sportivo che Luciano fa conoscere il Triathlon. Perché intanto lui è già pronto per Kona; essì nel 1984 Luciano è unico Italiano a prendere parte al campionato mondiale Ironman, su 1250 partenti.


Ci pensate che una volta non c'era Internet, per scegliere i voli o gli alberghi; una volta non c'erano le valigie portabici; una volta il volo richiedeva ben 4 scali; ce n'è voluto di ingegno da parte di questo 37enne allora per prendere parte alla corsa iridata.
E allora il viaggio prende forma piano piano.


Problema 1, la bici. Non si può andare a Kona così, con la prima bicicletta che ti capita. Luciano per passione e per lavoro ha molte conoscenze, la fortuna gli va incontro: quegli anni Gianni Motta produceva bici e sponsorizzava una squadra professionisti americana. Basta la parola, Ironman, ad un pranzo con tutta la squadra che scatta subito la voglia di fornirgli una bici: biomeccanico all'opera con le misure, la colorazione tricolore con le stelle-strisce, e ancora oggi questa bici fa bella mostra di sé a casa di Luciano.


Problema 2, la borsa portabici. Un gioiello su misura, pensato e realizzato appositamente, merita massima protezione. In commercio c'erano solo borse a sacca, senza protezione, impensabile usarla per fare un volo così lungo.
E quindi con gli amici si ingegna per costruirne una da sé, come? Polistirolo, tutto scavato e intagliato per incastrare la bici smontata e tutti i pezzi; legno, per costruire uno chassis rettangolare che contenesse il polistirolo e dotato di rotelle; telo di plastica resistente, per proteggere legno e polistirolo in caso di pioggia; cinghie, per tenere tutto assieme. A vederla in foto, questa valigia fai-da-te nulla ha da invidiare alle sorelle moderne dei nostri giorni. Dentro oltre alla bici, anche qualche ricambio: tubolari, raggi perché l'opzione del ritiro per un problema cosi piccolo non è contemplata.


Siamo negli anni in cui Internet è poco diffuso, e i contenuti presenti in rete si contano. Che cosa portarsi dietro in un viaggio di 40 giorni, alloggiando in un appartamento alle Hawaii? Luciano, da buon italiano, non ha dubbi: spaghetti e parmigiano trovano spazio nella valigia. E la buona cucina italiana lo aiuta anche a stringere amicizie in queigiorni, quando si uniscono ai suoi pasti a base di pasta in bianco con parmigiano grattugiato diversi atleti di tutte le nazionalità. Allora come Ora, la kermesse hawaiana è una grande festa, dove si fanno diverse amicizie.


La gara in sé non penso che abbia bisogno di spiegazione, tutti con la fantasia possiamo vivere lo stato d'animo di chi partecipa ad un evento mondiale. Perché seppure la nostra esperienza in gara si ferma ad uno sprint o a un 70.3, dovete solo amplificare le sensazioni che avete provato!


E se all'arrivo ti confermano che hai vinto la slot per prossimo anno, come ti sentiresti? Solo che fiero, e pronto a ricominciare! Questa volta con maggiore consapevolezza: sugli allenamenti da seguire, su cosa mangiare, su cosa portarsi dietro. Rotta verso Ironman World Championship 1985!


Qui finisce la prima parte del racconto; nella nostra pagina Facebook trovate una galleria di questo primo articolo.


Arrivederci a venerdì prossimo per il continuo di questo viaggio dal 1985 al 2018!