Under 23 in training camp con la Nazionale: la seconda parte dei racconti degli atleti

Prosegue il racconto del progetto pianificato e coordinato dall'Olympic Performance Director Joel Filliol e fortemente voluto dal Presidente della Fitri Luigi Bianchi che prevede l'inserimento di alcuni atleti della categoria Under 23 nei gruppi della Squadra Nazionale di Triathlon nel corso di alcuni importanti training camp. Ecco la seconda parte del resoconto delle esperienze degli atleti protagonisti del training camp di Lanzarote.

Ero davvero molto felice e motivata di andare in raduno con il team dell’Alto Livello per questi giorni, di potermi allenare e di poter osservare come si allenassero loro – racconta Costanza ArpinelliNon nego, però, che mi ci è voluto un po’ di tempo per potermi adattare per bene all'ambiente. Il lavoro svolto in questo periodo non era poi così tanto diverso da quello che svolgo a casa per quanto riguarda volumi e intensità, l’unica differenza che ho notato è che durante il lavoro quotidiano di casa dedico più tempo a sessioni di tecnica. Ho imparato molte cose tra cui la gestione del recupero, l'indipendenza e la capacità di gestire i vari allenamenti in base alle proprie caratteristiche e alle proprie necessità. Consiglierei agli atleti più giovani di lavorare molto sulle proprie sensazioni – conclude Arpinelli – cercando di diventare indipendenti nella gestione degli allenamenti in base alle proprie caratteristiche”.

Ho percepito molta serietà, sia nella preparazione delle sedute di allenamento sia nell'esecuzione delle sedute stesse: si vede questi atleti hanno obiettivi ben definiti che vogliono raggiungere a tutti i costi – dice Nicola Azzano nel descrivere il suo primo approccio ad un training camp dell'Alto Livello – nei momenti extra-allenamento invece l’atmosfera è serena e rilassata e si può ridere e scherzare tranquillamente. Gli atleti evoluti sanno sempre il perché delle sedute che stanno svolgendo e qual è l’obiettivo finale dell’allenamento mentre nei miei allenamenti quotidiani invece alle volte c’è il rischio di perdere di vista gli obiettivi personali o di esagerare in una seduta in cui avrei dovuto mantenere il controllo tecnico. Ho imparato molto grazie alla condivisione quotidiana delle loro esperienze – aggiunge Azzano – é per questo motivo che consiglio ad atleti più giovani di me di apprezzare ciò che fanno quotidianamente, divertendosi: per fare i professionisti c’è tempo e sicuramente uno dei passi per diventarlo è questo. Ovviamente tutto ciò non esclude i sacrifici che ognuno di noi fa, soprattutto durante la scuola, ma senza i quelli le vittorie sarebbero meno belle”.

Il primo impatto con questo gruppo è stato positivo, sono stato ben introdotto e il programma di allenamento era ben delineato e adattato alle mie possibilità per dare continuità al lavoro svolto a casa – spiega Mirko Lazzaretto – Questa esperienza è stata per me estremamente positiva in quanto ho avuto l’opportunità di vedere in prima persona come lavora un gruppo di Alto Livello – sottolinea Lazzaretto – Ho appreso l’importanza di alcune sessioni di allenamento, ma, soprattutto, come avviene la gestione dell’intera giornata al di fuori dell’allenamento. Mi sento di consigliare ai ragazzi più giovani di appassionarsi a ciò che si fa e di trovarsi un gruppo di lavoro con cui condividere non solo le sessioni di allenamento e la quotidianità”.

 

LA PRIMA PUNTATA DEL RACCONTO

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